Una mostra che indaga le architetture nate lungo un confine mobile ma culturalmente poroso, quello tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia. “Le affinità di confine. Architetture tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia”, curata da Luka Skansi e Paolo Nicoloso, con le fotografie di Roberto Conte e Miran Kambič, è visitabile, fino al 12 ottobre, al Magazzino delle Idee di Trieste. L’esposizione propone un confronto critico e visivo tra oltre cinquanta coppie di edifici realizzati nei due territori, raggruppati per epoca, funzione o tematica. Dall’epoca austro-ungarica fino alla Jugoslavia socialista, passando per le stagioni dei modernismi e dei regionalismi, fino alle più recenti tendenze, la mostra fa emergere sia specificità locali che influenze transnazionali, sottolineando la porosità dei confini culturali. Elemento centrale è la dialettica tra edifici “gemelli” per funzione, ma diversi per linguaggio, ideologia o contesto. Dal periodo austro-ungarico al socialismo jugoslavo, passando per i modernismi e le tendenze contemporanee, la mostra fa emergere affinità, divergenze e contaminazioni. Architetture “gemelle” per funzione ma diverse per linguaggio e ideologia dialogano tra loro, rivelando come l’edilizia rifletta poteri, identità e memorie collettive. I fotografi, con sguardo attento al dettaglio e al contesto urbano, trasformano ogni dittico in un racconto. L’architettura non è solo documento storico, ma fatto vivo, culturale, capace di incidere sul paesaggio e sulla coscienza collettiva. Una mostra che invita a pensare il costruito come segno tangibile di convivenze, tensioni e identità condivise.
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